Cultura e Culture nel Settecento di Alessandro Barnabò (1715-1779)

Stemma Barnabò

Ragguaglio accademico

16 novembre 2019
in Palazzo Candiotti, sede dell’Ente Giostra della Quintana
(Foligno, Largo Federico Frezzi)

Quest’anno ricorre il 240° dalla morte
di Alessandro Barnabò (1715-1779), un intellettuale folignate del Settecento; si è stabilito pertanto di promuovere un ricordo dell’erudito dedicandogli
un Ragguaglio Accademico che terremo in forma di seminario,
articolato in più sessioni:

Seduta antimeridiana ore 9-13

I Barnabò. Un casato patriziale nel modulo oligarchico folignate, Gabriele Metelli

Alessandro Barnabò (1715-1779).
Appunti per una biografia
, Bruno Marinelli

Alessandro e la Respublica Litteraria Umbrorum, Elena Laureti

Le Carte di Alessandro Barnabò,
Viola Battistini,
Annamaria Menichelli,
Anna Maria Rodante,
Paola Tedeschi

Pausa amicale ore 13-15

Seduta pomeridiana ore 15-17

Alessandro cultore di araldica, Anna Maria Rodante

Il palazzo dei Barnabò nella piazza della Spada, Luciano Piermarini

Decorazioni nel palazzo dei Barnabò nella piazza della Spada,
Emanuela Cecconelli e Lucia Bertoglio

Conclusioni
Attilio Turrioni


Paesaggi fisici e paesaggi dell’anima

Inviti UniTre

Accademia Fulginia e Archeoclub Foligno
  in collaborazione con

Università della Terza Età UNIFOL
Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, sezione Umbria (AIIG)
Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali, sezione Umbria (AISM)
Centro di Ricerche “Federico Frezzi” per lo studio della civiltà umanistica

invitano a

Paesaggi fisici e paesaggi dell’anima

nella sede della Università della Terza Età in Foligno
Via Guglielmo Oberdan, 123

Appuntamenti previsti:

mercoledì 6 novembre, ore 16,00 
 I paesaggi di Foligno tra piano e monte
interviene Maurizio Coccia
coordina Lucia Bertoglio

venerdì 8 novembre, ore 16,00
Piante e Fiori
presentazione del libro di
Ettore Orsomando su Piante vascolari in Umbria
(Fond.ne Giustiniani Bandini e Accademia Fulginia, 2018)
intervengono Angela Figoli e Maurizio Renzini
coordina Mario Timio

mercoledì 13 novembre ore 16,00
 Arcadia tra mito e storia
interviene Attilio Turrioni
coordina Elena Laureti

258° Anniversario della Fondazione – 23 agosto 2017

di Maurizio Coccia
pubblicato in “Foligno, bollettino della Pro Foligno”, anno 17°, n. 9, p. 15.

Nuove aggregazioni

Il tavolo della Presidenza

«Ci affacciamo alla Città con un’assemblea pubblica che era da tempo nei nostri progetti e che vogliamo far diventare un appuntamento annuale. Essere qui nella Sala del Consiglio comunale è attestazione che l’Amministrazione e le Associazioni culturali appositamente intervenute ci riconoscono come patrimonio cittadino». Così il 23 agosto, ricorrendo il 258esimo anno dalla fondazione, la professoressa Rita Fanelli Marini ha aperto a nome del Magistero il nuovo anno accademico del Sodalizio, inaugurando al contempo il triennio 2017/20 con i professori Fabio Bettoni e Luigi Sensi (rispettivamente alla presidenza e alla vicepresidenza) e la dottoressa Lucia Bertoglio (alla segreteria). Ma l’occasione è stata anche propizia per ufficializzare con una cerimonia (presenti quali Soci Onorari gli ex sindaci Maurizio Salari e Manlio Marini e quello in carica Nando Mismetti) i nuovi Soci Ordinari e Corrispondenti. A loro, i diplomi di aggregazione ideati dal grafico Michelangelo Augusto Spadoni. Ecco i nomi degli Ordinari: Matelda Albanesi, Giovanni Bosi, Emanuela Cecconelli, Elena Laureti, Pierluigi Mingarelli, Anna Maria Rodante, Paola Tedeschi; e dei Corrispondenti: Lia Barelli, Silvia Bosi, Luciana Brunelli, Maurizio Coccia, Giorgio De Petra, Marika Di Cesare, Annarita Falsacappa, Marta Gaburri, Marta Maffei, Angelo Menichelli, Roberto Nesci, Carlo Roberto Petrini, Veruska Picchiarelli, Benedetta Ricci, Franco Spellani, Alessandro Trinci, Ottaviano Turrioni.

L’Accademia e la Storia locale

Basta vedere l’elenco completo dei Soci o scorrere l’indice di un Bollettino Storico, ha poi aggiunto il presidente Fabio Bettoni nella sua prolusione, per comprendere come all’Accademia non interessino tanto i titoli, ma la probità intellettuale di chi vi partecipa. Il Sodalizio è dunque aperto e multidisciplinare, ma non trascura la qualità degli interventi e dei partecipanti. E i dati numerici delineano un certo cambiamento: con i 7 appena eletti, i Soci ordinari sono 47 (di cui 13 donne); i corrispondenti 112 (compresi i 17 nuovi). Le donne rappresentano circa un terzo degli accademici (ma tra i nuovi, sono oltre la metà) e questo è un segno di profonda cesura rispetto al passato (con l’eccezione di Battista Vitelleschi tra i “Rinvigoriti”, occorrerà aspettare il secondo Novecento per leggere un nome femminile tra gli accademici folignati). Ma non è l’unico. «Se il 23 agosto del 1759 rappresenta un richiamo storico a cui legare la ricorrenza di quest’anno, la data non funge tuttavia da richiamo ideale. Diverse – continua il presidente Bettoni, che ha arricchito la prolusione con una storia dell’Accademia e del suo ruolo nell’attuale contesto locale e nazionale -, sono infatti oggi le accademie ancora vitali: solo per rimanere in Valle Umbra non si possono dimenticare la Properziana di Assisi, la Spoletina (già degli Ottusi), oltre ai più giovani sodalizi di Bevagna e Montefalco. Ma anche quando tramandino nel nome radicate tradizioni, mutati sono ormai gli àmbiti di ricerca. La stessa Fulginia nasce come accademia meramente letteraria, e quanto difficile appare oggi il suo primitivo intento di stendere “una completa Storia della Città”; oggi che sappiamo come quello della Storia locale sia “il terreno più fragile” su cui cimentarsi (per dirla con le parole di Giuseppe Ricuperati): “Fragile”, perché “nel pensarla possono prevalere confini mentali condizionati da una fantasia povera di avventura” (G. Ricuperati, in Storia e piccole patrie, Pesaro, 2017, p. 165). Eppure, terreno necessario da battere, perché quello su cui si spende la vita quotidiana. Così la Fulginia, nel suo lungo processo di trasformazione, è oggi chiamata alla cura e alla sistemazione di tutti quei frammenti sedimentatisi in 258 anni di Storia locale».

L’obiettivo, ha concluso Bettoni, è interrompere quella che il noto storico Eric Hobsbawm ha definito ne Il secolo breve una “distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti”, per cui la “maggior parte dei giovani alla fine del ‘900 è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.

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