Con la datazione aprile 2021, è uscito dalla tipografia della Dimensione Grafica (Spello-Foligno) il nuovo “Bollettino Storico della Città di Foligno”; reca i numeri 38-42 (ISSN: 1121-6425), per gli anni 2015-2019, consta di 834 pp.; la copertina mostra un Anello di Jacopa Trinci, conservato nel Museo Nazionale di Villa Guinigi in Lucca. Jacopa era figlia di Ugolino (III) di Trincia Trinci, quarta consorte di Paolo Guinigi, signore di Lucca, si maritò nel 1420 e morì nel 1422. Anche questo volume fruisce degli imprescindibili sostegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e del Ministero della Cultura (MiC).
Il libro si apre con una lettera-prefazione di Fabio Bettoni (scaricabile qui in pdf), presidente dell’Accademia, e si articola in varie sezioni: la prima è una miscellanea di saggi che spaziano dal pieno medioevo alla più recente contemporaneità; la seconda sezione concerne importanti giornate di studio su: P. Maffei; G. Lazzaroni; G. Benedetti; e convegni: sul Centenario di Frezzi (1416-2016); sugli Assetti Fondiarî Collettivi, in relazione agli incontri di Colfiorito (2017) con l’allora presidente della Consulta Paolo Grossi. Seguono le sezioni riservate a: schede; restauri; recensioni e segnalazioni; ricordi. In quest’ultima parte si danno rilevanti contributi memorialistici (nell’ordine cronologico dato) sugli Accademici defunti: Luciano Radi; M. Sensi; L. Scaramucci; Leonello Radi; G. Mancini; C. Longo; A. Calistri; e su di un grande Amico del nostro Sodalizio: A. Picuti.
Per questo “Bollettino”, hanno scritto: G. Benazzi, L. Bertoglio, F. Bettoni, M. Biviglia, S. Bordoni, A. Buoncristiani, P. Buttaro, E. Cecconelli, S. Cerquiglini, D. Cesarini, G. Ciampoltrini, L. Cicioni, N. Ciola, M. Coccia, M. Cresti, J.-B. Delzant, A. De Simone, D. D’Ingecco, R. Fanelli Marini, F. Frezza, M. Gaburri, P. Lai, L. Lalli, E. Laureti, L. Lepri, M. R. Levante, E. Lunghi, A. Mancini, F. Manini, B. Marinelli, S. Maroni, G. Metelli, R. Nesci, S. Nessi, G. Paci, A. Pagliacci, C. R. Petrini, V. Picchiarelli, B. Ricci, F. Romani, M. Roncetti, P. Saviotti, L. Sensi, M. Sensi (†), M. Timio, A. Tini Brunozzi, C. Vernelli, A. Viganò.
Il programma del 30 giugno 2021 60° della Seconda Fulginia
Il 2021 è il 262° anno dalla fondazione della Prima Accademia Fulginia (23 agosto 1759) e il 60° dalla formazione della Seconda Fulginia che ha visto la luce il 30 giugno 1961.
Invitiamo tutti i Concittadini a celebrare con noi questo secondo anniversario
il30 giugno 2021 in Palazzo Candiotti alle ore 17,30
Presiede Boris Ulianich, presidente onorario dell’Accademia
Intervengono gli Accademici Lucia Bertoglio, Rita Fanelli Marini, Piero Lai, Attilio Turrioni a illustrare il nuovo numero del “Bollettino Storico della Città di Foligno”
Conclude FabioBettoni, presidente dell’Accademia
Nel corso dell’incontro, gli Accademici Corrispondenti Maurizio Coccia, Roberto Nesci, Roberto Segatori saranno ascritti al Numero dei Cinquanta Ordinari
Se non fruirono di altri canali informativi, i Folignati (quelli leggenti, ovviamente) seppero soltanto il 12 giugno del 1821 che lo stato di salute di Napoleone Bonaparte non era buono, quando lo appresero dalle colonne della Gazzetta Universale (n. 24), pubblicata in Fuligno dalla Tipografia di Giovanni Tomassinistampatore vescovile e pubblico. I lettori ebbero notizie sull’Uom Fatale fino al 28 di agosto; la nuova della morte, avvenuta il 5 maggio, la conobbero il 24 luglio.
Le basi informative citate dalla Gazzetta Universale furono, fatta eccezione per un dispaccio telegrafico giunto a Londra il 31 maggio (da Batavia/Giacarta via Hampshire, contea quest’ultima sulla costa meridionale della Gran Bretagna), il Courier di Londra che, per primo pubblicò la notizia della morte il 4 luglio; poi The Sun, quindi la Gazzetta della Corte, e ancora il Courier e il Sun, nelle uscite londinesi dei giorni fino al 15 luglio, da cui si trasse la Descrizione della pompa funebre effettuata a Sant’Elena subito dopo la morte di Napoleone; poi il Moniteur e il Journal des Debats di Parigi; nonché il Morning Post, Londra, 5 luglio 1821, dal quale si stralciava un lungo passo (Gazzetta Universale n. 33 del 14 agosto 1821) che mostra l’implicita adesione della Gazzetta ad una certa visione della vita, dell’operato e della dipartita di Napoleone. A commento della fine solitaria di quel “mago” che fu il Còrso, si legge: “Polve è adesso il vincitore superbo: come potrà giubilare il vinto, perché gli sopravvive un’ora, un giorno? Tale è il destino dell’ambizioso, che i più nobili talenti ha impiegato negli usi più criminosi: egli chiude con lenta agonia gli occhi al sonno eterno, senza che in quell’ora tremenda gli rimanga, quasi un amico che gli dica l’ultimo vale…!”
Lo sconosciuto redattore della Gazzetta Universale non dovette leggere direttamente le testate di cui sopra. Lo si evince da due brani che riporteremo più avanti (Parigi 7 luglio; Sant’Elena 7 maggio), tirati fuori parola per parola dalla Gazzetta Piemontese la quale per prima ne aveva dato conto alla Penisola (n. 84, sabato 14 luglio); e che troviamo ora riprodotti nel bellissimo libro di Vincenzo Criscuolo, Ei fu. La morte di Napoleone (Bologna, il Mulino, 2021, p. 82). Gazzetta, la Piemontese, séguita a ruota dalla Gazzetta di Milano (n. 187, 16 luglio), dalla Gazzetta di Firenze (n. 86, 19 luglio), dal Giornale del Regno delle Due Sicilie di Napoli (108, 27 luglio). Escludendo, per evidenti motivi di cronologia, quest’ultimo foglio, la Gazzetta folignate potrebbe aver preso i passi citati dalla testata più prossima, quella fiorentina, ammettendo, ovviamente, che quest’ultima si fosse rifatta pari pari alla consorella Piemontese.
Se i Folignati fossero rimasti attòniti (per dirla alla Manzoni) dinnanzi alla notizia mortuaria non sappiamo; ignoriamo, altresì, quali fossero state via via le reazioni degli Accademici Fulginei. Eppure, durante gli anni nei quali Foligno (come l’intero Stato pontificio) orbitò nel Napoleonico Impero (1809-14), di Accademici filofrancesi ve ne furono, e, pure, tra quelli più autorevoli. Si trattò di mero opportunismo, utile a tutelare i propri interessi? O vi fu anche l’adesione ad un movimento reale che, nonostante contraddizioni infinite e terribili, sembrava volgere verso il trionfo della modernità?
Del resto non è priva di fondamento l’asserzione di Victor Hugo secondo il quale il Grande Vinto a Roma ha disgregato la teocrazia, in Russia l’autocrazia, in Germania la feudalità, in Inghilterra l’aristocrazia, in Spagna l’Inquisizione. Tutte istituzioni che grazie a lui adesso mandano un suono fesso. Ecco i servigi che ci ha reso. La storia ne terrà conto. Molto gli sarà perdonato perché molto ha distrutto (da Ernesto Ferrero, Napoleone in venti parole, Torino, Einaudi, 2021, p. 255).
Gli accademici Fulginei fedeli all’Impero furono don Giustiniano Poggi, ecclesiastico eminentissimo e dottore in utroque iure; don Antonio Bernardini, osannato cultore delle Scienze Matematiche e Fisiche; don Antonio Marcelli, teologo e storico della Chiesa, la cui valenza di “dottissimo” è giunta fino a noi. Dei tre, il solo vivente nel 1821 era ormai il Marcelli. Tra gli Accademici secolari, “attaccatissimi” all’Impero erano stati (citandoli secondo l’anzianità accademica) il patrizio Mariano Casavecchia, il patrizio e marchese Giuseppe Barugi, i cittadini Francesco Pizzoni artista poliedrico e titolare della omonima Casa Mercantile, Giuseppe Filippini uomo di legge, Filippo Cappellini delicato poeta (votato, nel 1831, ad immolarsi per la Libertà e la Repubblica). Il “linceo”, astrofisico, don Feliciano Scarpellini (nipote del celebre Giuseppe Piermarini), accademico Fulgineo dal 1816 (quando il Còrso stava ormai in Sant’Elena), aveva fatto in tempo ad assidersi sulle scranne del Corpo Legislativo dell’Impero e a ricevere (1805) una medaglia con l’iscrizione Napoleo Francorum Imperator Italiae Rex Feliciano Scarpellini. Tutti viventi, tranne il Poggi, nell’ultimo sabato di Napoleone in vita.
Tra i viventi, non figurava più neppure il “gazzettiere” Giovanni Tomassini. Ancora in vita alla data del 18 settembre 1818, quando aveva acquistato una bottega con magazzini annessi e stanze superiori al Trivio, era già defunto il 10 aprile 1820, giorno in cui suo figlio Francesco Saverio comperava la casa al n. 12 di piazza del Grano, che sarebbe diventata la nuova sede della tipografia. E proprio da qui, nel 1821, usciva il primo catalogo delle Opere vendibili nella stamperia di Gio. Tomassini di Fuligno. Ormai diventata Casa Editrice, la Tomassini sarebbe rimasta in auge per molti lustri ancora; come la Gazzetta Universale. Il periodico, iniziato nel 1776 sotto la Ragione tipografica Pompeo Campana, gerenti la figlia Maria e il di lei marito Andrea Sgariglia di Assisi, negli anni 1783-88 passava nella Città Serafica per i tipi di Ottavio Sgariglia loro figlio; quindi di nuovo in Foligno dal 1799 al 1810, per i tipi di Giovanni Tomassini, cognato di Ottavio avendone sposata la sorella Rosa Sgariglia. Sospesa negli anni napoleonici 1810-14, essendo state soppresse le testate locali ed essendo stata centralizzata l’informazione nel dipartimentale Giornale del Trasimeno, il 18 maggio 1814 tornava in luce per i tipi di Giovanni Tomassini; il 31 dicembre 1871, la chiusura definitiva, quando ormai da molti anni era passata nelle mani di Domenico Pacelli Tomassini, marito di Maria Teresa di di Francesco Saverio di Giovanni Tomassini. Un tipografo-editore quest’ultimo, il quale, tradizionalista quanti altri mai, veleggiò tra Rivoluzione e Restaurazione.
l’Associazione italiana degli Insegnanti di Geografia (AIIG), sezione Umbria, la Società Geografica Italiana, l’Associazione Onlus “L’Officina del Fantastico” di Spello, l’Accademia Fulginia, in collaborazione con la Biblioteca Jacobilli di Foligno
presentano una riflessione a più voci su
Mezzo secolo e oltre di paesaggio rurale tra cambiamenti e persistenze – Henri Desplanques e le campagne umbre.
Nell’àmbito della Notte Europea della Geografia 2021, sulla base del volume di recente uscita, Campagne umbre. Le immagini di una civiltà. Il patrimonio iconografico e l’eredità dell’opera di Henri Desplanques, a cura di David Pieroni, con contributi di Bernardino Sperandio e Maurizio Coccia (coedizione Regione Umbria – L’Officina del Fantastico),
gli autori presenteranno il patrimonio iconografico lasciato in eredità dal geografo francese Henri Desplanques alla fototeca dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria (296 diapositive scattate tra il 1953 e il ’73 e in parte utilizzate per la celebre opera Campagne umbre, edita nel 1969), a partire dal quale poter leggere cambiamenti e persistenze intercorsi nel paesaggio umbro in oltre mezzo secolo.
Ne discutono: David Pieroni, Bernardino Sperandio, Diego Tordoni Modera: Maurizio Coccia
Tra i molti contributi che Bellomo ha riservato al Divino Poeta, vogliamo segnalare l’edizione della Commedia predisposta per la Einaudi di Torino. Dopo il volume sull’Inferno (2013), aveva iniziato quello sul Purgatorio (2019, postumo, completato da Stefano Carrai). La morte lo ha colto prima di terminare il lavoro di edizione di questo e del Paradiso.
Con l’Accademia Fulginia, il Centro di ricerche Federico Frezzi e l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, sezione Umbria.
A Foligno, fu grandissimo il tributo alla Unità e Libertà dell’Italia, tributo di sangue, di carcere e di militanza di tanti Uomini e di alcune Donne di provata fede patriottica. Basti ricordare Cesare Agostini, Colomba Antonietti, Francesco Benaducci. Lo si legge nella bellissima sintesi storica (scaricabile qui in pdf) scritta dal professor Giovanni Lazzaroni, il quale, nel 1960-61, era Assessore all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Foligno; e come agevolmente si potrà verificare consultando i tre volumetti storici dei quali mostriamo le copertine.
I contenuti dei tre opuscoli, peraltro, sono stati riproposti integralmente nel volume su Foligno e il Risorgimento(286 pp.) che Fabio Bettoni ha curato per le Edizioni Orfini Numeister e che ha visto la luce nel 2012. In quel libro, insieme ad una pregevole introduzione di Sergio Gentili, allora presidente del Consiglio Comunale e lungimirante committente dell’opera, si leggono contributi dello stesso Bettoni e di Rossana Landi, Elena Laureti, Bruno Marinelli, Annamaria Menichelli, Adriano Serafini, Roberto Tavazzi e Paola Tedeschi: tutti Accademici Fulginei, come Silvia Bosi insostituibile coordinatrice redazionale. Molti concittadini hanno chiesto l’opera alla Biblioteca Comunale e l’hanno gratuitamente ricevuta. Forse la Biblioteca potrà esaudire qualche ulteriore richiesta.
Accademico Ordinario della Fulginia dal 2006, nato in Roma nel 1941, folignate d’adozione, nella nostra città, ove ha seguìto l’intero ciclo dei suoi studi, ha trascorso un tratto significativo della propria esistenza in vita. Da molti anni, ormai, risiedeva in Bastia Umbra. Biblioteconomo, paleografo, codicologo e archivista ha sviluppato la propria attività professionale nei ranghi del ministero della Cultura e dei Beni Culturali ultimando la propria carriera quale funzionario responsabile della Sezione di Assisi dell’Archivio di Stato di Perugia. Intellettuale assai versatile, Guarino lascia anche una produzione letteraria e poetica. La raccolta in dialetto folignate L’urellittu de lu pane (1987) è una testimonianza esemplare di questa sua attitudine.
Studioso dotato di raffinate qualità scientifiche, ha collaborato a diverse pubblicazioni collettanee, citeremo tra le altre il saggio su L’Archivio delle Sei chiavi del Comune di Foligno e l’attività giurisdizionale di una magistratura “privilegiata”: i Soprastanti alla Fiera, che figura negli Atti del convegno “Pro tribunali sedentes” , in “Archivi per la Storia”, 1991; nonché al “Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”, agli “Atti dell’Accademia Properziana del Subasio-Assisi”, alla rivista “Subasio” della quale è stato vice-direttore editoriale, al “Grande Dizionario di Bevagna”, e ad altre testate periodiche tra le quali il nostro “Bollettino Storico della Città di Foligno”. Qui iniziò la collaborazione nel 1985, con il contributo su di Un inedito manoscritto: la Descrittione della città di Foligno; peraltro, tra gli scritti concernenti il nostro territorio, ci piace segnalare: Acque fluviali e bonifica nella pianura di Foligno durante il 18° secolo, 1985; L’attività di Francesco Sforzini, del 1990; e, nel medesimo anno, l’Inventario degli archivi del Consorzio Idraulico del fiume Topino di Foligno.
Del 2015 è il prezioso volumetto nel quale prende in esame la Simbologia della bonifica idraulica in un dipinto di Niccolò di Liberatore, con riferimento al particolare paesaggistico che ammiriamo nel dipinto alunnate con l’Incoronazione della Vergine presente nella chiesa di San Niccolò in Foligno. Lo studio, in questo caso, fu pubblicato all’insegna di Cicero Pro Domo Sua-Bastia Umbra, una sigla dietro la quale nascose per un certo periodo l’infaticabile sua attività di promotore culturale. Per approfondire questo particolare argomento vedi la pagina: Francesco Guarino e l’Incoronazione della Vergine di Nicolò Alunno.
Da tempo, ormai, s’era conclusa un’altra impresa, scientifica ed editoriale, quella legata ad “Archivi in Valle Umbra” (1999-2007), una rivista di studi storici e archivistici di assoluto prestigio che funse da testata dell’Associazione “Venturo Tempori”. Ad essa dedicò un impegno di assoluto rigore scientifico, e per essa, tra i moltissimi saggi, compilò (a. I, n. 2) l’approfondito ed ampio lavoro monografico titolato Nel secondo centenario della nascita di Antonio Rutili Gentili (1799-1999). Anche Rutili Gentili era stato un folignate adottivo come Guarino; e come, benché nata in Bastia Umbra ma di madre originaria di Foligno, lo era stata Colomba Antonietti, cui il nostro Accademico ha dedicato, per la rivista “Subasio” (2011), il contributo Iconografia di Colomba Antonietti (1826-1849): un’erudita, puntuale rassegna delle immagini che hanno immortalato questa tuttora celebrata eroina del Risorgimento nazionale.
A nome di tutti i Fulginei, il Magistero Accademico esprime i sentimenti di cordoglio più solidali alla signora Leonella Lombardoni, sposa di Francesco, alla figlia Silvia, al fratello Marco e alla sorella Chiara.
Se ci si domanda che relazione ci sia tra queste parole, l’unica che attira l’attenzione, quanto meno dei folignati, è quella tra Foligno e il cucugnaio. Ma che legame ci sia con il carnevale e soprattutto con Henri Beyle, noto come Stendhal, uno dei maggiori prosatori europei dell’Ottocento, è una curiosità che sarà soddisfatta da chi vorrà tuffarsi nella lettura di questo saggio inedito di Fabio Bettoni il quale, da profondo conoscitore della letteratura francese, ha scoperto il racconto di Stendhal che vi proponiamo in tempo di carnevale, perché la vicenda ivi narrata dall’anonimo gentiluomo italiano fa riferimento al periodo di carnevale di un certo anno.
Nell’edizione italiana di Romanzi e racconti (1826-1839) di Stendhal, curata da Carlo Cordié ed edita da Mursia a partire dal 1965, al riguardo del rapporto che lega i termini che abbiamo posto come titolo, in una nota il curatore scrive: La testimonianza di Stendhal non ci sembra sia mai stata ricordata, nemmeno sotto l’interesse della documentazione del turismo locale (p. 805, n. 23).
Dal carnevale 2021 non è più così.
Roberto Tavazzi
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