Il volume di studio sull’Alighieri, che abbiamo tra mani, ha commemorato, con passione e genialità, l’inizio “del cammin” della sua vita attraverso il tempo terreno, il chronos di questa nostra “infima lacuna dell’universo”. Il 1965 vide fiorire nel giardino della Fulginia questa opera di memoria per un esule, il quale restò ammaliato dagli spazi d’oltre orizzonte, cantandone il fascino e traducendoli in versi.
L’Ambrosi impegnò a lungo la sua creatività per la Divina Commedia, dopo aver scelto di trasferire nella “lingua dei Padri” l’imponente mole letteraria e poetica di Dante. In questa sua opera contrasse con se stesso l’enorme obbligo di un’analogia con lo stesso autore della Commedia. Con la sua opera l’Ambrosi ha aperto agli occhi del mondo gli orizzonti di nuovi mondi, apportando alla nativa universalità della Commedia, tra le innumerevoli versioni linguistiche, anche l’esito latino di una glossolalìa, che è propria facoltà del genio dantesco.
Nel nostro 2021 si va facendo memoria del trapasso reale dell’Alighieri al reale spazio adombrato nei suoi versi poetici. Ma il 1321, storicamente segnato come anno della morte, rappresenta, allo sguardo retrospettivo, l’avvio delle tre Cantiche attraverso il disteso spartito della storia terrena universale. Fino ai nostri giorni, la commedia del mondo continua a coinvolgere, per commemorazione o per ardore, lettori e ascoltatori, letterati e alunni, progrediti e incipienti, onesti storici e geniali traduttori.
Di questi abbiamo dato documenti, da costoro vorremmo, anche lontanamente, prendere esempio. Per questo ho rotto, e so di osare, ogni indugio e tentato, con tutta umiltà, di dare anch’io voce latina a una terzina per ognuna delle tre Cantiche, come personale omaggio a Dante. La metrica adottata è la strofa cara ad Alceo e al Casanate, qui preferita per la sua solenne dignità, sia pure appena consona alla vertiginosa maestà della poetica dantesca. Ho scelto la prima terzina della prima Cantica, quindi la prima della seconda Cantica e infine, dalla terza Cantica, in onore della Fulginia, la terzina umbra del Subasio e del Topino di Foligno:
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