GeoNight 4 aprile 2025 – ore 17.OO Biblioteca Jacobilli, piazza San Giacomo, Foligno
Il prof. Paolo Raspadori storico dell’età contemporanea, Università degli Studi di Perugia
presenta il volume
L’UMBRIA SULLE ACQUE DEL MONDO Geografie e storie di navi con il nome di una regione
di Maurizio Coccia
Pubblicata col numero 20 nella collana Culture Territori Linguaggi dell’Università degli Studi di Perugia (www.ctl.unipg.it), l’opera prende spunto da una curiosa tradizione dell’onomastica navale e percorre oltre un secolo e mezzo di storia della mari-neria di tutto il mondo. L’avvio è nel nome di un pirovapore della compagnia Rubattino, che negli anni ’60 e ’70 dell’800 fa la spola tra Civitavecchia e la Sardegna, ospitando a bordo anche Giuseppe Garibaldi. Il piroscafo si chiama Umbria, nel patriottico disegno ancora tutto risorgimentale di “fare gli italiani” e unificare la Penisola coi nomi delle navi. È solo la prima di una serie di navigli che porta nelle acque del globo il nome di una regione senza sbocchi marini. Nel paradosso, sorprende poi la fortuna delle navi Umbria nell’onomastica d’oltreoceano. Il libro, basandosi su dati d’archivio e dei registri navali nazionali e interna-zionali, riporta alla memoria viaggi e avventure, significati ed esiti, immagini e caratteri di quaranta imbarcazioni tra mercantili e militari. Su di loro, il carico di speranza e miseria, sudore e lusso di un’infinità di storie.
A seguire, il prof. Fabio Fatichenti dialoga con Raspadori e Coccia sul rapporto tra storia e geografia
L’immagine, tratta dalla copertina del volume, è opera di Antonio Coccia
Sul volume di Coccia da segnalare la significativa recensione di Fabio Bettoni pubblicata sul volume CXIX (2022) del Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, pp. 309-311.
Come annunciato, venerdi 6 dicembre è stato presentato a palazzo Trinci il libro intitolato Magister Marcus Rasilius de Fulgineo, poeta eximius. Relatori due illustri italianisti: i professori Simone Casini dell’Università di Perugia e Andrea Comboni dell’Università di Trento. Il volume raccoglie gli Atti del convegno nazionale sul medico e poeta Marco Rasilio († 1508), tenutosi nei giorni 21 e 22 ottobre 2022. A cura di Sandro Gentili ed Elena Laureti, l’opera (434 pp.) reca la Presentazione di Gentili, professore nel Dipartimento di Lettere dell’Università di Perugia, e la Prefazione di Laureti, presidente del Centro di ricerche Federico Frezzi cui si deve l’edizione in collaborazione con Michelangelo Spadoni Editore di Spoleto.
Per i legami del Rasilio con i Montefeltro, all’apertura della prima sessione del convegno è intervenuto Tommaso di Carpegna Gabrielli Falconieri (Università di Urbino) in rappresentanza del “Comitato nazionale per le celebrazioni del Sesto Centenario della nascita di Federico da Montefeltro”. Hanno presieduto le altre sessioni: Amedeo Quondam, il quale di recente è dolorosamente deceduto ed è il Dedicatario in memoriam degli Atti, Gentili, e Salvatore Ritrovato del’Università di Urbino. Le relazioni pubblicate negli Atti sono le seguenti: Maria Biviglia e Federica Romani (Centro Frezzi), I documenti d’archivio su Marco Rasilio, John Butcher (Centro Studi “Mario Pancrazi”, San Sepolcro), Elegia, epopea e retorica a Perugia e dintorni ai tempi di Marco Rasilio; Alessandro Carlomusto (Roma Sapienza), La lirica di Marco Rasilio tra Corte e piazza; Erminia Irace (Università di Perugia), La Conversione di santa Maria Maddalena di Marco Rasilio e la circolazione dei libri popola-ri in Italia tra XVI e XVII secolo; Elena Laureti, Marco Rasilio, poeta d’amore. L’Epistola a Elisabetta Gonzaga e…l’Egloga a Procula: un corpo senza cor non po star vivo; Maiko Favaro (Roma Sapienza), Tra allegoria e parodia. La Frottola de Cento romiti e i suoi rapporti con la tradizione letteraria; Giulio Vaccaro (Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-CNR, Roma, e Università di Perugia), Cose varie e a noi incredibili: il “Viaggio di LXXX Eremiti”; Matteo Largaiolli (Università di Trento), Metrica e generi nella “Froctola del giovane che per amore si fece eremita” di Marco Rasilio; Matteo Bosisio (Università di Milano), Velame bucolico e squarci autobiografici: l’egloga ‘Ove ito so’ di Marco Rasilio; Anna Rita Rati (Università di Perugia), Un inedito rifacimento in versi della Circinia di Marco Rasilio; Stefano Andres (Università di Pisa), Arti magiche, mostri, demoni e meraviglie. Spigolando tra le opere di Marco Rasilio; Franco Arato (Università di Torino), “Di varia e stravagante testura”. Rasilio e altri “irregolari” nella storiografia secentesca, Giovanna Lazzi (già Biblioteca Riccardiana di Firenze), Marco Rasilio illustrato; Cristina Moro (Università di Pisa), Tra bibliografia e bibliofilia: un viaggio attraverso le edizioni cinquecentesche delle opere del Rasilius. Dal canto loro, le pagine di Gentili nella Presentazione, e di Laureti nella Prefazione sono una bussola d’orientamento per i lettori. Nel primo caso propongono una sintesi esemplare sull’insieme dei saggi; nel secondo, pongono stimolanti quesiti circa i rapporti di Rasilio con i Montefeltro, il ruolo di Niccolò Zoppino, ferrarese, stampatore in Venezia dal 1505, nella prima fortuna di Marco, gli eventuali legami non solo letterari del medico-poeta con Pietro Aretino. Scrittore eclettico, Rasilio sperimentò numerose forme letterarie; ebbe una certa notorietà nei primi decenni del Cinquecento, per essere poi dimenticato a lungo. Un’identità meno evanescente esce fuori dai contribuiti di Biviglia e Romani da un lato, e di Butcher dall’altro. Le prime hanno studiato trentatré rogiti notarili (1451-1508), del tutto inediti o già da loro stesse resi noti ma qui esaminati di nuovo; il secondo ha inquadrato il Nostro nel contesto letterario perugino, di gran lunga il più fertile nell’Umbria di quel tempo. La data di nascita del poeta resta tuttavia incerta, collocandosi intorno al 1468; l’espressione artistica a datazione più alta va fatta risalire al 1507: una Predica d’amore nel Compendio di cose nuove, uscito dai torchi del citato Zoppino. Sulla data di morte, si resta al 15 novembre 1508 così come la fissò Lodovico Jacobilli nella sua Bibliotheca Umbriae (1658). Negli Atti, sono sottolineati i legami di Rasilio con la corte dei Montefeltro (si legga-no Carlomusto e ancora Laureti su Rasilio poeta d’amore). Vi sono tuttavia indizi che possono ricondurre Marco alla corte senese di Pandolfo Petrucci cui venne dedicato il Viaggio di LXXX Eremiti al Paradiso Celeste, ovvero quella che può essere vista come l’edizione primiera della Frottola de’ Cento Romiti (si leggano Vaccaro e Largaiolli). E appunto nella Frottola de’ Cento Romiti e nella Conversione della Maddalena (Irace, Moro, Vaccaro, Arato), le fortune incrociate del Poeta e del suo Editore trovarono solide basi. Si trattò di due approcci letterari fondamentali di un Rasilio colto, nutrito di letteratura latina, di autori greci conosciuti quantomeno in traduzione latina come Luciano di Samosata, la Bibbia, Jacopo da Varazze, Jacopone, Dante; nutrito di tradizioni popolari medievali, di scritti coevi di ambito allegorico, della poesia quattrocentesca e del primo Cinquecento, e di testi ermetici e di argomento magico (Rati, Favaro, Laureti, Bosisio, Largaiolli, Andres). L’evento è stato coordinato da Paola Tedeschi, consigliera del Centro Frezzi; sono intervenuti Alessandra Leoni, assessora alla Cultura del Comune di Foligno, e Massimo Carcani Bartoli, presidente onorario del Centro Frezzi; nonché il professore Gentili per i due curatori degli Atti. L’iniziativa editoriale ha trovato il sostegno determinante del Comune di Foligno, della Fondazione Carifol e del Gruppo Bartoli.
Il Centro di ricerche Federico Frezzi venerdì 14 giugno 2024, ore 16.30 Polo Museale della Calamita Cosmica, ex-chiesa della SS. Trinità in Annunziata, via Garibaldi 153, Foligno presenta il volume di Elena Laureti, L’Epistola: Marco Rasilio a Elisabetta Gonzaga
Presentano il volume: Stefano Andres (Università degli Studi di Pisa) Matteo Bosisio (Università degli Studi di Milano) Sarà presente l’Autrice.
presso la Sala Eugenio IV della Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
Per l’occasione, insieme all’autore del testo Maurizio Coccia, saranno presenti Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia e Regionali dell’Umbria, Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo nazionale del Ducato di Spoleto e Fabio Bettoni, Professore di storia economica dell’Università di Perugia.
Nella foto di copertina (by Michelangelo Augusto Spadoni) il tavolo dei relatori: (da sin.) Fabio Bettoni, Maurizio Coccia, Paola Mercurelli Salari, Costantino D’Orazio.
Il volume, curato da Fabio Fatichenti, Donata Castagnoli, Giovanni De Santis, consiste in una raccolta di scritti di Alberto Melelli, già Professore ordinario di Geografia nell’Università degli Studi di Perugia, Ateneo nel quale Egli (eccettuata la parentesi nell’Università La Sapienza di Roma, dal 1986 al 1989) ha fondamentalmente percorso l’intera carriera accademica, a partire dalla nomina ad assistente ordinario (1969) fino al 2010, anno del suo collocamento a riposo. Se oltre all’omaggio nei suoi confronti si volessero trovare ulteriori motivi sottesi alla pubblicazione di quest’opera, che costituisce un piccolo riconoscimento all’impegno che Egli tanto ha profuso nell’attività didattica e di ricerca, potrei ricorrere ai 38 anni ormai trascorsi dalla sua nomina a Professore ordinario; oppure agli 82 anni che Egli ha di recente compiuto. La ragione di questa iniziativa, tuttavia, è da ricondurre fondamentalmente alla stima e all’affetto che nutrono nei Suoi confronti i geografi ancora in attività nell’Ateneo perugino, i quali insieme a Lui tanti anni hanno condiviso in seno al vecchio Istituto Policattedra Interfacoltà di Geografia, poi nel Dipartimento Uomo & Territorio, infine in quello di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne.
Alberto Melelli con gli studenti durante una escursione sull’altopiano di Castelluccio di Norcia (seconda metà degli anni ’90).
La produzione scientifica di Alberto Melelli – qui riproposta comprensibilmente in minima parte, sia pure con riferimento alle principali piste di ricerca – vuol dunque celebrare anche l’attività di un polo di ricerca scientifica che, nella fase di massima espansione, era giunto ad annoverare una decina di docenti di discipline geografiche. Ma soprattutto quest’opera è da intendersi quale omaggio a una figura di studioso – noto a livello internazionale e ricordato con affetto e stima da generazioni di studenti – che con esemplare professionalità e umanità ha dedicato alla ricerca e alla didattica la maggior parte della propria esistenza.
Il volume è il numero 23 della Collana non periodica dell’Università degli Studi di Perugia «Culture Territori Linguaggi» (CTL); essa è costituita da volumi monografici pubblicati sia nel tradizionale formato a stampa, sia in modalità digitale disponibile open access sul web.
Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Lettere Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne Piazza Morlacchi Palazzo Manzoni, Sala Adunanze
presentazione del libro UN COMPLESSO DI NATURA E STORIA TERRITORI, PAESAGGI, LINEE DI RICERCA NEGLI SCRITTI DI ALBERTO MELELLI «Culture Territori Linguaggi» 23 (2023) a cura di Fabio Fatichenti, Donata Castagnoli, Giovanni De Santis
Introduce Mariangela Miotti, Ordinaria di Letteratura Francese, Univ. di Perugia
Discutono del libro con Alberto Melelli e con i curatori: Peris Persi, già Ordinario di Geografia, Univ. di Urbino Carlo Bo Vincenzo Aversano, già Ordinario di Geografia, Univ. di Salerno Carlo Pongetti, Ordinario di Geografia, Univ. di Macerata
Coordina Mario Tosti, Ordinario di Storia Moderna, Univ. di Perugia
Causa maltempo, l’evento è spostato presso il Circolo Arci Subasio, Via E. Orfini (Prato Smeraldo), sempre alle 17.00.
Venerdì 30 giugno, a Foligno, presso Piazza Sandro Pertini (ex-stazione autobus), alle ore 17, presentazione del libro DAL ROSSO AL NERO. Nascita e avvento del fascismo a Foligno (1920-1923), editore Il Formichiere (2023).
Saranno presenti con Fausto Gentili (“SediciGiugno“), coordinatore dell’evento, Maurizio Coccia (Accademia Fulginia), Rita Zampolini, (L’Officina della Memoria) e l’autore, lo storico Fabio Bettoni.
I promotori
L’iniziativa è promossa e organizzata dal mensile SediciGiugno, nell’ambito dell’annuale festa del periodico, in collaborazione con l’editore Il Formichiere, con il patrocinio dell’Accademia Fulginea e dell’Officina della Memoria.
Il libro
Si tratta della pubblicazione in volume delle “corrispondenze dal XX secolo” già apparse su Sedicigiugno, tra il novembre del 2020 e il marzo 2023. Tale raccolta segna un ulteriore passo nel rigoroso lavoro di scavo che Fabio Bettoni realizza, da tempo, nella storia contemporanea della città. Selezionando, segnalo: la cura di Foligno e il Risorgimento. Documenti, memorie, ricerche, Edizioni Orfini Numeister, 2012; il rilevante contributo al convegno Capire Faloci promosso nel 2011 dalla “Gazzetta di Foligno” (Atti pubblicati nel 2016), cui si interfaccia Domenico Roncalli Benedetti. Una vita, trepidante (e militante) memoria vergata tra il 1912 e il 1913 dalla vedova Aleandra Bartolomei e rimasta inedita per giusto un secolo fino alla pubblicazione nel 2013 per conto de l’Officina della memoria e de Il Formichiere; l’imponente lavoro di ricerca guidato per l’Officina della memoria sul centenario della Grande Guerra nel quadro del progetto Lontano dal fronte, transitato per la mostra documentaria del 2015 corredata da un prezioso quaderno illustrativo (Lontano dal fronte. Foligno e la Grande Guerra), e approdato infine al monumentale volume in due tomi Foligno e la Grande Guerra. Economia, società, istituzioni lontano dal fronte (pubblicati entrambi, quaderno e volume, da l’Officina della memoria e Il Formichiere, rispettivamente nel 2015 e 2017). Si tratta di una tela coerente in cui fatti e interpretazioni si integrano criticamente. Nel senso che le interpretazioni orientano la ricerca dei fatti, e che la mole dei fatti irrompe sulle interpretazioni: legittimandole, suggerendo messe a punto, talvolta dirimendo (a partire dalla misura della dimensione locale) questioni storiografiche di ampio respiro e non risolte querelle. Così fu per l’emersione di un Risorgimento popolare e interclassista, così per il passaggio d’epoca rappresentato dalla Grande Guerra, così è ora per la categoria di guerra civile applicata al drammatico primo dopoguerra. Una guerra civile è infatti, evidenziata qui nelle sue ricadute locali, quella che attraversa il Paese tra il 1919 e il 1923. Guerra impari se mai ve ne furono. (Fausto Gentili)
La copertina
Opera di Antonio Coccia, Nella guerra del Capitale contro il Lavoro salariato, il fascismo prevale sul proletariato, xilografia su legno di filo, stampata con torchio tipografico a pressione verticale nello studio dell’autore dell’opera.
Venerdì 16 giugno, a Foligno, nella Sala Video-Auditorium San Domenico, alle ore 17, presentazione del libro “IL 20 SETTEMBRE PRESI LA VIA DELLA MONTAGNA…” Diario della guerra partigiana di Luciano Formica, il comandante “Sandro”, editore Il Formichiere (maggio 2023).
Saranno presenti il giornalista Tiziano Bertini che ha curato l’edizione, lo storico Fabio Bettoni autore della postfazione, Rita Zampolini, presidente dell’Officina della Memoria, il giornalista Roberto Testa per l’Anpi di Foligno. Coordina Daniela Riganelli, della redazione del mensile SediciGiugno.
I promotori
L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Anpi di Foligno sezione “Franco Ciri” e dal mensile SediciGiugno, con il patrocinio dell’Accademia Fulginea, dell’Officina della Memoria e del Comune di Foligno, in occasione del 79esimo anniversario della liberazione della città Foligno dal nazi-fascismo.
Diario inedito
Nel libro è pubblicato il racconto dei dieci mesi di guerra partigiana di Luciano Formica (Spello 1924-Perugia 1987), il comandante “Sandro” del Distaccamento “Matteotti”, unità del Battaglione “Angelo Morlupo”, IV Brigata Garibaldi di Foligno. Nel diario, scritto dall’autore nell’agosto del 1944 e rimasto finora inedito, il protagonista racconta gli eventi dei suoi dieci mesi di guerra, vissuti in un’area prevalentemente montana compresa nei territori di Spello, Foligno e dell’Appennino umbro-marchigiano. Lo stile narrativo è efficace e appassionato. I tratti di ironia che spuntano qua e là sostengono il racconto di una vicenda drammatica, vissuta in un periodo storico terribile e che per molti giovani di 80 anni fa, quelli che scelsero la lotta di Liberazione, rappresentò la chiusura definitiva con il ventennio fascista./
l’Associazione italiana degli Insegnanti di Geografia (AIIG), sezione Umbria, la Società Geografica Italiana e l’Accademia Fulginia in collaborazione con la Biblioteca Jacobilli di Foligno
presentano
Di-vagazioni nel paesaggio umbro e sabino
Presentazione del libro di
Carla Barberi Glingler
Di-vagazioni
Interviene con l’Autrice
Fabio Fatichenti
Geografo Università degli Studi di Perugia, presidente AIIG sezione Umbria
In occasione dell’edizione 2022 dei Primi d’Italia/Festival Nazionale dei Primi Piatti, organizzata a Foligno dal 29 settembre al 2 ottobre.
Proponiamo di leggere un bel libro nel quale grani, semole, paste e pastai sono protagonisti a tutto tondo: Maccaroni vermicelli e tagliolini. Paste alimentari a Foligno tra Seicento e Novecento, di cui sono autori i nostri accademici Fabio Bettoni e Bruno Marinelli. Il libro, pubblicato nel 2019, è stato distribuito dall’Editore “Il Formichiere” di Marcello Cingolani, e comincia così:
Che la pasta alimentare fosse conosciuta e consumata in Foligno e dintorni già nel Cinquecento, lo testimoniano tracce documentarie sporadiche ma significative, come il nome, o soprannome, di «maccarone» che portano il padre di Pierdonato di Trevi, il figlio del defunto Pierangelo del villaggio di Fondi tra i monti di Foligno, il nonno di Piergentile di Sebastiano di Bevagna ed il locandiere Simone di Matteo Trabalsochi del villaggio di Valle; la «cocchiara da maccaroni», presente nell’inventario dei beni ereditari di un altro locandiere, Sante alias Guercio di Bernardino, e di quelli del nobile Celio Nuti; e, forse, la «ratta cascio» o «gratta cascio», che figura tra i beni relitti da Lauro Barbati, fratello del celebre poeta Petronio e suocero dell’altrettanto famoso poeta Vincenzo Jacobilli, e tra quelli reperiti in casa del sacerdote Marchesio Orfini. Ed altrettanto familiare doveva essere, quantomeno nella nobile famiglia Rossi, il tipo particolare di pasta nota come «vermicelli», giacché i fratelli Cristiano, Carlo e Francesco Rossi possedevano in comune alcune case e botteghe in Roma nei pressi di piazza del Popolo, due delle quali condotte in locazione proprio da vermicellari.
Il logo della manifestazione folignate
Maccheroni, lasagne e tagliolini figurano nel tariffario dei generi in vendita nelle botteghe dei pizzicagnoli folignati solo nel 1644 (ma non è da escludersi che vi fossero notificazioni precedenti), e, per avere notizia di una prima bottega nostrana in cui la pasta venisse prodotta meccanicamente e posta in vendita, bisogna attendere il 1648. Questo libro vuole fornire un primo approccio d’insieme, e, muovendo appunto dal ’48, si spinge fino agli anni Trenta del Novecento, con ciò attraversando la lunga fase di transizione dalla bottega artigiana, ove produzione e vendita delle paste si combinavano tra loro, alla fabbrica industriale della Ditta Fratelli Pambuffetti della quale facciamo conoscere il profilo al 1938, anno nel quale poteva dirsi concluso il processo di adeguamento alle nuove tecniche produttive e alle relative tecnologie. Duecentonovanta anni di storia filtrati dai profili biografici di una quarantina di pastai, delineati nei contesti famigliari loro, e relativi contorni sociali.
pp. 11-13
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