Il Centro di ricerche Federico Frezzi venerdì 14 giugno 2024, ore 16.30 Polo Museale della Calamita Cosmica, ex-chiesa della SS. Trinità in Annunziata, via Garibaldi 153, Foligno presenta il volume di Elena Laureti, L’Epistola: Marco Rasilio a Elisabetta Gonzaga
Presentano il volume: Stefano Andres (Università degli Studi di Pisa) Matteo Bosisio (Università degli Studi di Milano) Sarà presente l’Autrice.
presso la Sala Eugenio IV della Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
Per l’occasione, insieme all’autore del testo Maurizio Coccia, saranno presenti Costantino D’Orazio, Direttore dei Musei Nazionali di Perugia e Regionali dell’Umbria, Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo nazionale del Ducato di Spoleto e Fabio Bettoni, Professore di storia economica dell’Università di Perugia.
Nella foto di copertina (by Michelangelo Augusto Spadoni) il tavolo dei relatori: (da sin.) Fabio Bettoni, Maurizio Coccia, Paola Mercurelli Salari, Costantino D’Orazio.
Il volume, curato da Fabio Fatichenti, Donata Castagnoli, Giovanni De Santis, consiste in una raccolta di scritti di Alberto Melelli, già Professore ordinario di Geografia nell’Università degli Studi di Perugia, Ateneo nel quale Egli (eccettuata la parentesi nell’Università La Sapienza di Roma, dal 1986 al 1989) ha fondamentalmente percorso l’intera carriera accademica, a partire dalla nomina ad assistente ordinario (1969) fino al 2010, anno del suo collocamento a riposo. Se oltre all’omaggio nei suoi confronti si volessero trovare ulteriori motivi sottesi alla pubblicazione di quest’opera, che costituisce un piccolo riconoscimento all’impegno che Egli tanto ha profuso nell’attività didattica e di ricerca, potrei ricorrere ai 38 anni ormai trascorsi dalla sua nomina a Professore ordinario; oppure agli 82 anni che Egli ha di recente compiuto. La ragione di questa iniziativa, tuttavia, è da ricondurre fondamentalmente alla stima e all’affetto che nutrono nei Suoi confronti i geografi ancora in attività nell’Ateneo perugino, i quali insieme a Lui tanti anni hanno condiviso in seno al vecchio Istituto Policattedra Interfacoltà di Geografia, poi nel Dipartimento Uomo & Territorio, infine in quello di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne.
La produzione scientifica di Alberto Melelli – qui riproposta comprensibilmente in minima parte, sia pure con riferimento alle principali piste di ricerca – vuol dunque celebrare anche l’attività di un polo di ricerca scientifica che, nella fase di massima espansione, era giunto ad annoverare una decina di docenti di discipline geografiche. Ma soprattutto quest’opera è da intendersi quale omaggio a una figura di studioso – noto a livello internazionale e ricordato con affetto e stima da generazioni di studenti – che con esemplare professionalità e umanità ha dedicato alla ricerca e alla didattica la maggior parte della propria esistenza.
Il volume è il numero 23 della Collana non periodica dell’Università degli Studi di Perugia «Culture Territori Linguaggi» (CTL); essa è costituita da volumi monografici pubblicati sia nel tradizionale formato a stampa, sia in modalità digitale disponibile open access sul web.
Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Lettere Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne Piazza Morlacchi Palazzo Manzoni, Sala Adunanze
presentazione del libro UN COMPLESSO DI NATURA E STORIA TERRITORI, PAESAGGI, LINEE DI RICERCA NEGLI SCRITTI DI ALBERTO MELELLI «Culture Territori Linguaggi» 23 (2023) a cura di Fabio Fatichenti, Donata Castagnoli, Giovanni De Santis
Introduce Mariangela Miotti, Ordinaria di Letteratura Francese, Univ. di Perugia
Discutono del libro con Alberto Melelli e con i curatori: Peris Persi, già Ordinario di Geografia, Univ. di Urbino Carlo Bo Vincenzo Aversano, già Ordinario di Geografia, Univ. di Salerno Carlo Pongetti, Ordinario di Geografia, Univ. di Macerata
Coordina Mario Tosti, Ordinario di Storia Moderna, Univ. di Perugia
Causa maltempo, l’evento è spostato presso il Circolo Arci Subasio, Via E. Orfini (Prato Smeraldo), sempre alle 17.00.
Venerdì 30 giugno, a Foligno, presso Piazza Sandro Pertini (ex-stazione autobus), alle ore 17, presentazione del libro DAL ROSSO AL NERO. Nascita e avvento del fascismo a Foligno (1920-1923), editore Il Formichiere (2023).
Saranno presenti con Fausto Gentili (“SediciGiugno“), coordinatore dell’evento, Maurizio Coccia (Accademia Fulginia), Rita Zampolini, (L’Officina della Memoria) e l’autore, lo storico Fabio Bettoni.
I promotori
L’iniziativa è promossa e organizzata dal mensile SediciGiugno, nell’ambito dell’annuale festa del periodico, in collaborazione con l’editore Il Formichiere, con il patrocinio dell’Accademia Fulginea e dell’Officina della Memoria.
Il libro
Si tratta della pubblicazione in volume delle “corrispondenze dal XX secolo” già apparse su Sedicigiugno, tra il novembre del 2020 e il marzo 2023. Tale raccolta segna un ulteriore passo nel rigoroso lavoro di scavo che Fabio Bettoni realizza, da tempo, nella storia contemporanea della città. Selezionando, segnalo: la cura di Foligno e il Risorgimento. Documenti, memorie, ricerche, Edizioni Orfini Numeister, 2012; il rilevante contributo al convegno Capire Faloci promosso nel 2011 dalla “Gazzetta di Foligno” (Atti pubblicati nel 2016), cui si interfaccia Domenico Roncalli Benedetti. Una vita, trepidante (e militante) memoria vergata tra il 1912 e il 1913 dalla vedova Aleandra Bartolomei e rimasta inedita per giusto un secolo fino alla pubblicazione nel 2013 per conto de l’Officina della memoria e de Il Formichiere; l’imponente lavoro di ricerca guidato per l’Officina della memoria sul centenario della Grande Guerra nel quadro del progetto Lontano dal fronte, transitato per la mostra documentaria del 2015 corredata da un prezioso quaderno illustrativo (Lontano dal fronte. Foligno e la Grande Guerra), e approdato infine al monumentale volume in due tomi Foligno e la Grande Guerra. Economia, società, istituzioni lontano dal fronte (pubblicati entrambi, quaderno e volume, da l’Officina della memoria e Il Formichiere, rispettivamente nel 2015 e 2017). Si tratta di una tela coerente in cui fatti e interpretazioni si integrano criticamente. Nel senso che le interpretazioni orientano la ricerca dei fatti, e che la mole dei fatti irrompe sulle interpretazioni: legittimandole, suggerendo messe a punto, talvolta dirimendo (a partire dalla misura della dimensione locale) questioni storiografiche di ampio respiro e non risolte querelle. Così fu per l’emersione di un Risorgimento popolare e interclassista, così per il passaggio d’epoca rappresentato dalla Grande Guerra, così è ora per la categoria di guerra civile applicata al drammatico primo dopoguerra. Una guerra civile è infatti, evidenziata qui nelle sue ricadute locali, quella che attraversa il Paese tra il 1919 e il 1923. Guerra impari se mai ve ne furono. (Fausto Gentili)
La copertina
Opera di Antonio Coccia, Nella guerra del Capitale contro il Lavoro salariato, il fascismo prevale sul proletariato, xilografia su legno di filo, stampata con torchio tipografico a pressione verticale nello studio dell’autore dell’opera.
Venerdì 16 giugno, a Foligno, nella Sala Video-Auditorium San Domenico, alle ore 17, presentazione del libro “IL 20 SETTEMBRE PRESI LA VIA DELLA MONTAGNA…” Diario della guerra partigiana di Luciano Formica, il comandante “Sandro”, editore Il Formichiere (maggio 2023).
Saranno presenti il giornalista Tiziano Bertini che ha curato l’edizione, lo storico Fabio Bettoni autore della postfazione, Rita Zampolini, presidente dell’Officina della Memoria, il giornalista Roberto Testa per l’Anpi di Foligno. Coordina Daniela Riganelli, della redazione del mensile SediciGiugno.
I promotori
L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Anpi di Foligno sezione “Franco Ciri” e dal mensile SediciGiugno, con il patrocinio dell’Accademia Fulginea, dell’Officina della Memoria e del Comune di Foligno, in occasione del 79esimo anniversario della liberazione della città Foligno dal nazi-fascismo.
Diario inedito
Nel libro è pubblicato il racconto dei dieci mesi di guerra partigiana di Luciano Formica (Spello 1924-Perugia 1987), il comandante “Sandro” del Distaccamento “Matteotti”, unità del Battaglione “Angelo Morlupo”, IV Brigata Garibaldi di Foligno. Nel diario, scritto dall’autore nell’agosto del 1944 e rimasto finora inedito, il protagonista racconta gli eventi dei suoi dieci mesi di guerra, vissuti in un’area prevalentemente montana compresa nei territori di Spello, Foligno e dell’Appennino umbro-marchigiano. Lo stile narrativo è efficace e appassionato. I tratti di ironia che spuntano qua e là sostengono il racconto di una vicenda drammatica, vissuta in un periodo storico terribile e che per molti giovani di 80 anni fa, quelli che scelsero la lotta di Liberazione, rappresentò la chiusura definitiva con il ventennio fascista./
l’Associazione italiana degli Insegnanti di Geografia (AIIG), sezione Umbria, la Società Geografica Italiana e l’Accademia Fulginia in collaborazione con la Biblioteca Jacobilli di Foligno
presentano
Di-vagazioni nel paesaggio umbro e sabino
Presentazione del libro di
Carla Barberi Glingler
Di-vagazioni
Interviene con l’Autrice
Fabio Fatichenti
Geografo Università degli Studi di Perugia, presidente AIIG sezione Umbria
In occasione dell’edizione 2022 dei Primi d’Italia/Festival Nazionale dei Primi Piatti, organizzata a Foligno dal 29 settembre al 2 ottobre.
Proponiamo di leggere un bel libro nel quale grani, semole, paste e pastai sono protagonisti a tutto tondo: Maccaroni vermicelli e tagliolini. Paste alimentari a Foligno tra Seicento e Novecento, di cui sono autori i nostri accademici Fabio Bettoni e Bruno Marinelli. Il libro, pubblicato nel 2019, è stato distribuito dall’Editore “Il Formichiere” di Marcello Cingolani, e comincia così:
Che la pasta alimentare fosse conosciuta e consumata in Foligno e dintorni già nel Cinquecento, lo testimoniano tracce documentarie sporadiche ma significative, come il nome, o soprannome, di «maccarone» che portano il padre di Pierdonato di Trevi, il figlio del defunto Pierangelo del villaggio di Fondi tra i monti di Foligno, il nonno di Piergentile di Sebastiano di Bevagna ed il locandiere Simone di Matteo Trabalsochi del villaggio di Valle; la «cocchiara da maccaroni», presente nell’inventario dei beni ereditari di un altro locandiere, Sante alias Guercio di Bernardino, e di quelli del nobile Celio Nuti; e, forse, la «ratta cascio» o «gratta cascio», che figura tra i beni relitti da Lauro Barbati, fratello del celebre poeta Petronio e suocero dell’altrettanto famoso poeta Vincenzo Jacobilli, e tra quelli reperiti in casa del sacerdote Marchesio Orfini. Ed altrettanto familiare doveva essere, quantomeno nella nobile famiglia Rossi, il tipo particolare di pasta nota come «vermicelli», giacché i fratelli Cristiano, Carlo e Francesco Rossi possedevano in comune alcune case e botteghe in Roma nei pressi di piazza del Popolo, due delle quali condotte in locazione proprio da vermicellari.
Maccheroni, lasagne e tagliolini figurano nel tariffario dei generi in vendita nelle botteghe dei pizzicagnoli folignati solo nel 1644 (ma non è da escludersi che vi fossero notificazioni precedenti), e, per avere notizia di una prima bottega nostrana in cui la pasta venisse prodotta meccanicamente e posta in vendita, bisogna attendere il 1648. Questo libro vuole fornire un primo approccio d’insieme, e, muovendo appunto dal ’48, si spinge fino agli anni Trenta del Novecento, con ciò attraversando la lunga fase di transizione dalla bottega artigiana, ove produzione e vendita delle paste si combinavano tra loro, alla fabbrica industriale della Ditta Fratelli Pambuffetti della quale facciamo conoscere il profilo al 1938, anno nel quale poteva dirsi concluso il processo di adeguamento alle nuove tecniche produttive e alle relative tecnologie. Duecentonovanta anni di storia filtrati dai profili biografici di una quarantina di pastai, delineati nei contesti famigliari loro, e relativi contorni sociali.
L’Autore propone una riflessione sull’evoluzione della Dorsale Appenninica muovendo dal tardo Medioevo. Nel tempo indicato dal sottotitolo, lo spazio appenninico mantiene la sua centralità peninsulare mercé la pluriattività e la protoindustria rurali, la mobilità intraterritoriale, l’adattamento delle popolazioni alle congiunture più disparate, la loro creatività. Adattamento, inventiva, accoglienza, integrazione formano i paradigmi sui quali si “gioca” oggi il destino delle aree interne nell’Italia centrale.
Dopo il saluto di Alfiero Moretti, Accademia Fulginia e di Maurizio Cancelli, Comunanza Agraria di Cancelli Interverranno con l’Autore Fabio Fatichenti, Università degli Studi di Perugia, presidente AIIG Umbria Francesco Chiapparino, Università Politecnica delle Marche, direttore “Proposte e ricerche” Coordina Maurizio Coccia, segretario AIIG Umbria
L’autore: Augusto Ciuffetti
Professore associato di Storia economica nel Dipartimento di scienze economiche e sociali dell’Università Politecnica delle Marche, è presidente dell’associazione RESpro – Rete di storici per i paesaggi della produzione e socio onorario della Fondazione Fedrigoni Fabriano. Tra le sue pubblicazioni monografiche più recenti: La consorteria della possidenza. I notabili umbri tra ottocento e novecento (Foligno 2017); Appennino. Economie, culture e spazi sociali dal medioevo all’età contemporanea (Roma 2019); Un banchiere innovatore. Ritratto di Luigi Bacci nella società marchigiana della seconda metà del Novecento (Bologna 2020, con Marco Torcoletti); curatore, con Roberto Tavazzi, di Cultura Economia Territorio. La Storia come mestiere. Studi in onore di Fabio Bettoni, Foligno, Accademia Fulginia, 2021, nn. XLIII-XLIV (2020-2021) del “Bollettino Storico della Città di Foligno”.
Un progetto di Piero G. Arcangeli con Umbria Ensemble e Lucilla Galeazzi, edizioni Squi[libri] 2019.
Il titolo rimanda alla nuda voce di donna che la “voja de camparì” esibisce fino all’impudicizia e che si fa timore e cura e senso della precarietà d’esistere: vive e trema come la fronda d’un albero al vento ciclico delle storie dei senza-storia.
(dall’introduzione, p. 6)
Venerdì 10 dicembre, ore 17.30 presso la Biblioteca Lodovico Jacobilli
Piazza S. Giacomo 1-2 – Foligno PG
la prima presentazione pubblica
Il video dell’evento
in collaborazione con
Donna, voja e fronna non è semplicemente un disco particolarmente ispirato ma prima di tutto è un progetto di rivisitazione sonora di un importante viaggio etnomusicale, quale quello che condussero Diego Carpitella e Tullio Seppilli nell’Umbria del 1956. L’idea che ha portato alla realizzazione di questo lavoro di estremo fascino è di Piero G. Arcangeli che, nella duplice veste di etnomusicologo e compositore, ha ripreso dopo diversi anni l’argomento della sua tesi di laurea: le musiche e i canti rilevati ‘sul campo’ nell’area centro-appenninica.
A conferire ulteriormente peso a questo esperimento nel quale la tradizione musicale contadina incontra suoni classici, è la raffinata presenza di UmbriaEnsemble, gruppo di musica da camera umbro formato da Maria Cecilia Berioli (violoncello), Leonora Baldelli (pianoforte), Luca Ranieri (viola) e Claudia Giottoli (flauto e ottavino) insieme alla grande voce di Lucilla Galeazzi, dagli anni Settanta intensa interprete dei canti di tradizione orale italiani (e della sua Umbria, in particolare).
Questo felice connubio di musicisti di prestigio internazionale ha permesso di far incontrare la musica classica con l’altra musica, quella popolare; ne è venuto fuori un lavoro fecondo e di notevole equilibrio formale, nonostante l’accostamento potesse far pensare ad un approccio azzardato. Canti di lavoro (stornelli a dispetto, a vatocco, a saltarello), canti devozionali e paraliturgici insieme a ballate e ninne nanne, che hanno permesso alla donna di esprimersi, sono il nucleo di questo disco dalla grande ampiezza espressiva.
La validità della sperimentazione si è tradotta con l’assegnazione del Premio Nazionale Città di Loano 2020 per la musica tradizionale italiana, che ha voluto premiare gli artisti e l’editore Squilibri per la volontà di preservare una memoria storica e culturale oltre che musicale.
Un “assaggio” delle incisioni nel video promozionale di UmbriaEnsemble
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