Dal 17 dicembre del 1813, giorno nel quale Gioacchino Murat aveva posto le regioni pontificie dell’ormai declinante impero napoleonico sotto l’autorità del regno delle Due Sicilie, all’aprile del 1814, Foligno visse una fase assai delicata della propria storia, di transizione, stante l’ineluttabile sgretolamento dell’intelaiatura istituzionale, politica, finanziaria e militare introdotta (imposta) dai Francesi in questa parte dello Stato pontificio nel giugno del 1809; e di attesa non priva di profonde incertezze: giacché la continuità degli istituti napoleonici, dopo la stipula del trattato di alleanza austro-napoletano dell’8 gennaio del 1814, appariva per quello che era, tutta formale, e sul domani regnava la più completa oscurità. Nel tardo aprile, le nebbie cominciarono a diradarsi in maniera decisa (del resto Napoleone, dichiarato decaduto, aveva abdicato), la restaurazione pontificia si affacciò all’orizzonte con nettezza, il papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti) riconquistava il proprio potere temporale e, tra il 19 e il 21 maggio, i Folignati tributavano solenni omaggi al sovrano pontefice che soggiornava in città mentre si dirigeva a Roma.
Questo delicato periodo storico fornì a qualcuno – restato senza nome – la materia per un racconto nel quale Foligno ha un ruolo eminente. A partire dal primo ottobre del 1825, una rivista letteraria inglese, il “London Magazine”, cominciò la pubblicazione di The Life and Adventures of an Italian Gentleman; containing his travels in Italy, Greece, France etc, che avrebbe occupato quattro numeri fino all’aprile del 1826. Nello stesso anno, sul numero di febbraio di una prestigiosa rivista parigina, la “Revue britannique ou choix d’articles traduits des meilleurs écrits périodique de la Grande-Bretagne”, uno scrittore francese – anch’egli rimasto anonimo – dava una parziale, rimaneggiata retroversione in lingua francese – in pratica, una riscrittura – di The Live and Advetures con il titolo di Souvenirs d’un gentilhomme italien.
Anni dopo, Joseph-Romain Colomb, cugino ed esecutore testamentario di Henri Beyle, ovvero di Stendhal, pubblicava una circostanziata Notice sulla vita e sulle opere del suo illustre parente, gli assegnava la paternità degli anonimi Souvenirs d’un gentilhomme italien e li inseriva nell’edizione dei Romans et Nouvelles da lui curata nel 1854 per l’editore Michel Lévy. La questione di tale paternità avrebbe suscitato una vivace querelle fino ai giorni nostri, ma qui non ne do conto giacché ciò che mi preme sottolineare è il profilo di Foligno e dei Folignati che emerge sia dalle pagine londinesi sia dalla rivisitazione parigina di esse.
segue in: Stendhal e Foligno