L’evento si articolò in tre intense giornate tra il 25 agosto e il 7 settembre del 1996, durante le quali si propose un progetto dimensionato su tre nuclei tematici: “Arte della Provocazione/Provocazione dell’Arte”; “Architettura della Natura/Natura dell’Architettura”; “Arte della Natura/Natura dell’Arte”; gli atti delle giornate, con il titolo Cancelli ’96, furono poi pubblicati da Giancarlo Politi l’editore di “Flash Art”.
Stava nel frattempo maturando una svolta: l’Amministrazione comunale di Foligno presieduta dal sindaco avvocato Maurizio Salari volendo destinare a Parco Comunale l’area pertinente alla Comunanza Agraria di Cancelli, ne decise l’inserimento nel Nuovo Piano Regolatore Generale redatto dal professore architetto Luigi Nigro nel 1997; e maturava anche la conclusione più ovvia, ovvero l’idea di un Parco per l’Arte, delineato nelle sue linee di massima da Cancelli, Rotelli e Massimo Stefanetti; un luogo nel quale le più varie espressioni artistiche potessero manifestarsi in simbiosi con l’ambiente e il paesaggio. Il 7 settembre del 1997, pertanto, si presentò l’embrione del Parco per l’Arte in Cancelli, esemplificato da cinque interventi artistico-naturalistici: “La Capanna e l’Orto del fare e della meditazione” di Romano Bertuzzi; “Il Tempio dei Silenzi” di Maurizio Cancelli; “La Natura si nutre d’Arte” di Bruno Ceccobelli; “Il Piatto del buon Ricordo” di Dino Innocente; “Labirinti” di Marco Nereo Rotelli. Intervennero in tanti, fu depositata una simbolica prima pietra del Parco, fu ricordato con grande emozione Joseph Beuys in presenza della vedova, la signora Lucrezia De Domizio, la quale donò alla Comunanza Agraria un’opera del celeberrimo consorte: “Olivestone. In memoria di Buby Durini. Olio F.I.U.”
Il lungo ciclo sismico che si apriva di lì a pochi giorni (26 settembre) e le conseguenze relative implicarono una battuta d’arresto. Nel 2003, tuttavia, grazie al notevole impulso impresso fino a quel momento dal professore Fabio Bettoni assessore alla Cultura e ai Beni Culturali nella Giunta municipale presieduta da Salari, si forma l’Associazione “Parco per l’Arte in Cancelli”, tra il Comune di Foligno e la Comunanza Agraria; nel 2004,sempre mercé l’intervento di Bettoni, l’Amministrazione Comunale (tra gli ultimi suoi atti, giacché sarebbe andata in scadenza ai primi di giugno) inserisce il Parco nella Programmazione Strategica del successivo triennio, con ciò consegnando la scelta alla Giunta che di lì a non molto sarebbe subentrata. Benché da quella indicazione strategica non sarebbero derivati esiti concreti, occorre rilevare che per la prima volta si è discusso di una nuova visione tendente a creare un rapporto almeno progettuale tra i destini economico-sociali della città e quelli della sua montagna. Si è ragionato sul ripristino delle sorgenti, sulla riattivazione dei prati e dei pascoli mediante piccole transumanze locali ma anche con allevamenti stanziali di ovini e di equini, sul ripopolamento di specie arboree antiche (in particolare i meli che davano la “mela ruzza”), sulla coltivazione di piante officinali.
Non voleva essere un libro dei sogni. Cosicché, tra mille difficoltà, mantenendo fede all’obiettivo di fondo abbozzato nel 2004 di restituire una prevalente caratterizzazione pastorale alla zona quale vettore di sviluppo, Cancelli si attiva nella promozione di una società cooperativa agro-silvo-pastorale di gestione; essa sarà fondata il 16 febbraio del 2009, e verrà denominata “Gregge dell’Arte”, con lo scopo di promuovere l’allevamento ovino e la conseguente filiera lattiero-casearia. Nello stesso anno, Maurizio cura il volume “Cancelli, l’arte del gregge”, che, edito da Giancarlo Politi Editore Spa, si può considerare una “summa” sul territorio locale, tra archeologia, storia, memoria e tradizione. In virtù della scelta cooperativa, la Comunanza Agraria è inserita tra i soggetti attuatori di un’importante iniziativa promossa e coordinata dalla Regione dell’Umbria, allora rappresentata dall’assessore Silvano Rometti. Dopo un’ampia consultazione popolare avviata nel 2012, s’è redatto un pionieristico Contratto di Paesaggio finalizzato alla definizione di una strategia di sviluppo territoriale e di riqualificazione paesaggistica dei territori montani di Comunanza dislocati nell’Appennino di Foligno, Sellano, Trevi (6.350 ettari, pari al 7 per cento di uno spazio complessivo di 42.040 ha); il patto s’è stipulato, con l’Ente Regione, da parte dei Comuni delle località appena citate nonché da un buon numero di Comunanze presenti nei tre territori. Si trattava, innanzi tutto, di uno strumento, da inquadrarsi nei processi di programmazione territoriale negoziata, atto a fornire un indirizzo strategico alle politiche ordinarie di ciascuno degli attori coinvolti; e, in prospettiva, si voleva che risultasse essenziale per integrare le disponibilità finanziarie dei vari soggetti con risorse provenienti dall’esterno, in particolare quelle veicolate e veicolabili dall’Ente Regione. Per il territorio di Cancelli, questo Contratto ha rappresentato il coronamento di un’opera di sensibilizzazione intorno ai destini delle zone poste al margine dello sviluppo economico moderno; dopo una lunga stasi, l’iniziativa contrattuale è tornata all’ordine del giorno il 22 gennaio di quest’anno: se ne ignora l’avvenire. Va rilevato peraltro che l’opera di sensibilizzazione pluriennale aveva raggiunto il proprio vertice culturale e propositivo nel 2008 con il convegno promosso dalla Comunanza su “Proprietà collettiva. Attualità di un sistema storico”, al quale partecipò, tra gli altri, un’autorità indiscussa: il professore Pietro Nervi, co-direttore di “Archivio Scialoja-Bolla/Annali di Studi sulla proprietà collettiva”, e animatore del Centro studi e documentazione sui Demani civici e le Proprietà collettive, la cui sede è nell’Università degli Studi di Trento.
Le inerzie, i ritardi, le inadempienze dei decisori pubblici non hanno impedito a Maurizio di mantenere alta l’attenzione sui monti di Cancelli, tanto che tra il 2005 e il 2007 l’Artista, sempre sotto le bandiere del Parco e della Comunanza, e con il motto “Bottega della Natura”, organizza annualmente eventi artistici e culturali estivi che avranno una loro risonanza. Nel 2006, ad esempio, intervengono Judith Malina del Living Theatre di New York, il poeta Tiziano Scarpa, Renzo Foa, Mogol, Vittoria Garibaldi tra gli altri. Rimarchevole, nel 2007, l’incontro coordinato da Boris Ulianich, emerito dell’Università “Federico II” di Napoli, sul tema “Natura”, tra Fulvio Tessitore, Vittorio Silvestrini, Andrea Milano, Pierluigi Leone de Castris. Frattanto, sempre nel 2007, con l’appoggio ancora una volta di Fabio Bettoni, Maurizio dà inizio al decennio dei laboratori di studio “ManUfatto in sitU”, frutto di una originale progettazione/di e feconda collaborazione/con l’Associazione Viaindustriae di Foligno. Aperti a giovani artisti, architetti e operatori culturali, i laboratori hanno dato corso fino al 2017 ad interventi e pratiche artistiche nell’ottica di riabilitare luoghi marginali e depopolati: a guidare queste pratiche sono saliti a Cancelli, tra gli altri, artisti straordinari come Hidetoshi Nagasawa e Tania Bruguera.
Nella molteplicità delle azioni svolte, e qui sommariamente delineate, Maurizio non ha mai fermato la sua ricerca artistica, anche difronte a dolori immensi. Nel 2011, dona il palio di Giostra per una delle due edizioni annuali della Quintana di Foligno. Nel 2013, realizza “L’Occhio nel Flauto-Appunti di filosofia / Ai ragazzi di oggi”; si tratta di una installazione, un “lavoro montato su un modulo quadrato di 16 x 2 metri, disegnato esternamente ed internamente; l’interno è visibile dai quattro spigoli attraverso il buco di flauti oppure accedendovi sottopassando la parte esterna. È un’opera che attraverso le varie architetture storiche disegnate su più punti di vista racconta il pensiero filosofico nella storia dell’uomo. Giulia Filippi scrive: “La tridimensionalità costruita è diversa dalla ricerca rinascimentale e da quella moderna, concepisce dimensioni quantistiche che innescano continui fraintendimenti nella percezione”. L’installazione viene esposta al Mad Umbria Museum. Tra dicembre del 2014 e gennaio del’15, su invito di Antonio Badalucco generale di Brigata comandante della Scuola di Lingue Estere dell’Esercito, ha corso “Prospettive in Santa Giuliana di Perugia”, con un catalogo splendidamente realizzato da Michelangelo Spadoni-Artroom.it, con una presentazione illuminante di Enrico Sciamanna su “Le Geometrie nella Storia”. Nel 2015, un’imponente installazione: “Villaggio Terra”, che viene illustrata nel volume “Maurizio Cancelli. Arte del territorio”. Il libro, dato alle stampe dall’editore milanese Fabio D’Ambrosio, è occasionato dall’esposizione dell’opera che, su invito di United Nations Conference on Trade And Development (UNCTAD),viene effettuata il 24 ottobre nel Palais de Nations di Geneva in occasione dell’“open day”/ 70° anniversario di fondazione delle Nazioni Unite. Un grande abbraccio con Kofi Annan. Nelle Nazioni Unite la speranza di un mondo di tutti, di una terra in cui gli Stati si abbracciano per dare un futuro di sogno e bellezza per l’umanità. Nel 2018, “Sole non Soli”: un omaggio a Sol Lewitt attraverso il suo amico Marco Nereo Rotelli; opera inserita nella manifestazione culturale La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Nel 2019 all’Albornoz Palace Hotel di Spoleto, Maurizio propone la parte esterna di “Villaggio È …”, una serie di lavori di studio intitolati: “Neoumanesimo…luce entrante”; “Natura e il bosone di Higgs”; “Dove si ferma il tempo – Progetto Berlino”; lo accompagna un brillante Claudio Strinati, in un catalogo sempre esemplare curato dal grafico-editore Michelangelo Spadoni. A seguito dell’incontro con l’Associazione “Amici Italiani di Berlino”, amplia e integra “Villaggio È …/ Il grido di Abele, economia dell’Eden”. Un’installazione alta tre metri per quattro di lunghezza, tutta disegnata esternamente ed internamente con squadra, riga e compasso in cui si incontrano prospettive e angoli di visione tra architetture urbane e architetture rurali per affermare il grido di Abele: “non più violenza, non più armi”; e l’invito, sotto l’albero edenico del frutto proibito, a sostare e ad abbracciare il proprio fratello. La mostra berlinese, tuttavia, è stata rinviata a causa del Covid. In questi ultimi due anni, Maurizio lavora osservando le geometrie dei semi, come gli esseri vegetali si rigenerano. Noi percepiamo i colori respinti (i colori dell’arcobaleno); le onde energetiche, ed i cromatismi che vengono assorbiti sono rigeneranti, noi non li percepiamo. Tutto ciò che si muove intorno a noi è un insieme di forme geometriche riflettenti e assorbenze cromatiche che generano materia e vita come dal fiore si rigenera il seme. Campi magnetici energetici, cromie che ricreano la vita. Lavori geometrici complicati, però Maurizio dice: “Mi gustano tanto…. è il mio fare”; Nessuno mi deve impedire…. Solo Dio… Lui fa sempre bene”.
L’adesione, in taluni casi anche critica, degli Utenti della Comunanza Agraria è stata una base fondamentale dell’agire; la partecipazione convinta di artisti anche tra i maggiori ha fornito il costante alimento alle iniziative; la vicinanza di intellettuali, operatori culturali, esperti nelle più varie discipline scientifiche non si è mai interrotta, e qui, tra i moltissimi, si vuole ricordare Vittoria Garibaldi, Luciano Giacchè, Paolo Nardon, Giovanni Picuti, Maria Romana Picuti, Enrico Sciamanna, Bernardino Sperandio, Massimo Stefanetti, Bruno Toscano, Boris Ulianich; la collaborazione di tecnici nei settori della grafica editoriale, delle scienze agrarie e di quelle urbanistico-territoriali si è rivelata di grande efficacia, soprattutto quelle di Ugo Giannantoni, Michelangelo Augusto Spadoni, Andrea Pochini. Esponenti insigni della Chiesa cattolica folignate hanno espresso per il lavoro di Maurizio una sensibilità tutta particolare: ci si riferisce al cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, all’arcivescovo Antonio Buoncristiani, al vescovo Gualtiero Sigismondi, al prelato Mario Sensi storico illustre, al parroco Luigi Filippucci, il quale dedica a Cancelli somma cura, pur amministrando una parrocchia vastissima. È comunque per il pieno sostegno di due pubblici amministratori che il Parco si è presentato a lungo come una chance vitale per la montagna di Cancelli: ci si riferisce a Maurizio Salari sindaco di Foligno tra il 1995 e il 2004, e a Fabio Bettoni, storico dell’economia, già docente all’Università di Perugia, che con quel sindaco è stato assessore alla Cultura e ai Beni Culturali.
Il ritorno al settore primario per la promozione territoriale e la preservazione delle peculiarità locali garantisce, per un verso, il recupero di terre incolte e abbandonate postulando la sostenibilità economica dei luoghi al margine dello sviluppo, ma, per un altro verso, diventa un fatto culturale in senso lato che recupera la conoscenza della tradizione specifica sino a diventare un evento artistico: il “gregge dell’arte”, è arte del fare, del sapere, del vivere. Questi luoghi, i luoghi di Maurizio Cancelli, sono stati e sono il sottofondo armonioso di un vissuto non sempre felice, anzi a volte duro, durissimo. Su queste armonie dei luoghi è possibile dipingere la speranza in un futuro migliore, fare di questa speranza un’espressione: “ARTE è VITA”.
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